martedì 8 marzo 2016

"STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI" di Markus Zusak




Storia di una ladra di libri
Markus Zusak
576 pagine
12 febbraio 2014
Frassinelli
cartaceo € 16,90

Nella Germania della Seconda Guerra Mondiale, quando ogni cosa è in rovina, una bambina di nove anni, Liesel, inizia la sua carriera di ladra. All'inizio è la fame a spingerla, e il suo bottino consiste in qualche mela, a poi il vero, prezioso oggetto dei suoi furti sono i libri. Perchè rubarli significa salvarli, e soprattutto salvare se stessa. Liesel infatti sta fuggendo dalle rovine della sua casa e delle sua famiglia, accompagnata dal fratellino più piccolo e diretta al paese vicino a Monaco dove l'aspetta la famiglia che li ha adottati. Nell'inverno gelido e bianco di neve, il bambino non ce la fa, ed è proprio vicino alla sua tomba che lei trova il suo primo libro. Il secondo, invece, lo salva dal fuoco di uno dei tanti roghi accesi dai nazisti. Col passare del tempo il numero dei ladri cresce e le parole diventano compagne di viaggio, ciascuna testimone di eventi terribili ai quali la bambina sopravvive, protetta da quei suoi immortali, straordinari, amorevoli angeli custodi.
                                                                                   






Questa è la copertina della mia copia cartacea del libro con il nome originale " La bambina che salvava i libri".

Odio il fatto che l'abbiano cambiato.




La recensione:


Il 41° è decisamente il periodo storico che più adoro.
Mi faccio continuamente del male nel leggere di questi anni, ma storie, dove dolore e amore si confondono, si possono ricercare solo in periodi duri come questi.
Tutto il libro, ogni singola pagina, è una scarica di emozioni, soprattutto le ultime quando Liesel, la bambina, decide di non voler rubare più e lascia un bigliettino dove chiede scusa e ……. Non voglio anticipare nulla.
La voce che narra è la Morte, la signora che accoglie le anime delle persone da sempre e da cui si sente perseguitata.
Attraverso di essa non solo leggiamo i pensieri della protagonista, sentimenti , azioni, ma anche i propri. È sconcertante pensare quanto questa possa odiare il suo lavoro, quanto si odi per ogni anima che deve prelevare o quanto possa esser ossessionata dai colori ....  lei sempre vestita di nero, col suo cappuccio calato e la falce in mano.

" Io ho un'illuminata capacità di essere al posto giusto nel momento giusto. La conseguenza è che negli uomini trovo sempre il meglio e il peggio: vedo la loro bruttezza e la loro bellezza, e mi domando come la medesima cosa possa essere entrambe. Eppure, hanno la sola cosa che invidio: 
se non altro, gli uomini hanno il buon senso di morire"

Liesel è un’orfana. Non ha mai conosciuto suo padre e sua madre, scompare nell'esatto momento in cui consegna lei e il suo fratellino alla nuova famiglia adottiva, o meglio dire, nel momento in cui li fa salire su di un treno che li condurrà in una cittadina vicino Monaco, Molching, dove li aspetteranno i loro genitori adottivi.
Durante il viaggio il piccolo non ce la fa ed è proprio accanto alla tomba del fratellino che lei trova il suo primo libro, "Il manuale del becchino". Il secondo invece lo salverà da una pira di fuoco. 
I suoi genitori adottivi sono dei poveri tedeschi che cercano di darle quanto più hanno. È interessante leggere di come non solo gli ebrei sono stati il popolo perseguitato da tale periodo, ma come gli stessi tedeschi, i comuni tedeschi, quelli non facenti parte di nessun comitato politico, abbiano dovuto combattere per aver salva la vita.
Ed un esempio lampante lo ritroviamo negli Hobermann.

" Mi meraviglia sempre la forza degli esseri umani, che riescono a rialzarsi 
seppur barcollando, persino quando fiumi di lacrime, inondano i loro volti."

Hans Hobermann è un personaggio che ho amato da subito.
Gentile e pacato, ha accolto questa ragazzina come una figlia, insegnandole a leggere e scrivere, così come accoglie in casa, il figlio di un amico conosciuto ai tempi della Prima Guerra mondiale. L’uomo che gli ha insegnato a suonare la sua amata fisarmonica e al quale ha promesso che se mai gli fosse accaduto qualcosa, avrebbe aiutato la vedova e il suo figlioletto.
È un rischio enorme, ma non se ne preoccupa.
Max e Liesel diventano inseparabili. La magia evocata dai loro incontri lascia fuori dal seminterrato tutti gli orrori della guerra e anche la lettura di un singolo libro, al chiarore di una candela o di una piccolissima
lampada è un dono.
Ho tirato il fiato con loro, quando stavano per essere scoperti e ho gioito, quando, l’hanno fatta franca.
Proprio come se fossi all'interno delle pagine e vivessi le loro vicende, ho ascoltato il suono della fisarmonica, ho corso per la strada insieme a Rudy , il migliore amico di Liesel, ed ho sbirciato dalle finestre della casa del sindaco il momento adatto per prendere in “prestito” il nuovo libro.
La signora Hobermann, invece, si è presentata molto più scontrosa e con i suoi interminabili silenzi ha fatto sentire, molto spesso, la piccola Liesel come una maledizione, una bambina sgradita che avrebbe voluto a chilometri di distanza.
Ma come spesso capita, non tutto ciò che si vede è reale.
Anche lei possiede un cuore, anche lei è dilaniata da tutto ciò che la circonda e la paura più grande è perdere la sua ancora di salvezza, suo marito. Commovente è la scena di quando Liesel si accorge di dove lei nasconde la fisarmonica.
Potrei star qui a narrare per ore la bellezza di questo libro, ma farei perdere al lettore quel patos che accompagna ogni singola pagina.
Markus Zusak è stato magnifico, non solo nel suo modo di narrare, ma anche per come ha reso vivi e reali fatti accaduti anni addietro, in un periodo di cui la maggior parte delle persone non vuole il minimo accenno se non ai sacrifici che ne hanno sopportato.
È stato capace di creare amore e sentimenti di lealtà all'interno della guerra, della lotta per la sopravvivenza e non posso che dire grazie per questo capolavoro.



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